FINANZA &MERCATI

 
 
 
Plus24 - Il settimanale di Finanza e Risparmio
 
HOME DEL DOSSIER
La posta del risparmiatore
Caro-Mutui
Banche e conti correnti
Previdenza
Risparmio e investimenti
Investimenti e inflazione
Fondi comuni
EURO-DOLLARO
Fondi pensione
FINANZA

La single 42enne sedotta da BTp, Enel e buoni postali

commenti - |  Condividi su: Facebook Twitter|vota su OKNOtizie|Stampa l'articoloInvia l'articolo|DiminuisciIngrandisci
14 giugno 2008

Sono una ricercatrice di 42 anni, single, e vivo in casa di proprietà. Ho uno profilo di rischio medio, non ho immediata necessità di liquidità ma se nel tempo dovesse servirmi, devo poter disinvestire senza perdite. I miei investimenti sono: un milione di lire in buoni postali ordinari serie Q scadenza trentennale sottoscritto il 1° agosto 1989 e 6mila € in «buoni» serie A2, A3, A4 (con scadenze varie nel 2021-2022) più altri 1.000 € serie B43. Ho inoltre: 3.000 € CTz scadenza 31 dicembre 2008; 2mila € obbligazioni Ford 5,75%, 12 gennaio 2009; 4mila € BTp 4,25%, 1° novembre 2009; 4mila € BTp 4,75%, 1° febbraio 2013; 4mila € BTp 4,75%, 1° agosto 2023; 3.262 € obbligazioni Cv Banco Popolare 4,75%, 1° giugno 2010; 12mila € obbligazioni Enel 4,75%, 12 giugno 2018; 8mila € obbligazioni Telefonica 5,875%, 14 febbraio 2033 (comprate nel 2005 quando erano con rating A3 al di sopra della pari, attualmente sono in perdita); 700 azioni Enel comprate a 6,78 €; 5mila € di liquidità su «Conto Arancio» al 4,75% lordo senza vincolo, al netto 3,46%, fino a settembre 2008 e poi torneranno al 3% lordo.
Come potrei investire la liquidità del «Conto Arancio» e dei titoli in scadenza a dicembre 2008 e gennaio 2009 (da premettere che non sono interessata a prodotti gestiti tipo fondi, Etf)? In un periodo di incertezza dei mercati conviene investire in titoli indicizzati all'inflazione? Oppure è meglio mantenersi sui BoT e sui buoni postali che non sono mai in perdita?
E.G. - (via e-mail)

La sua asset allocation sembra coerente con il profilo di rischio dichiarato. Col 26% di titoli di Stato, il 13% di buoni postali, il 38% di obbligazioni societarie, il 9% di liquidità, l'8% di azioni e il 6% di convertibili lei può legittimamente dichiarare di avere un portafoglio con un profilo di rischio contenuto. Ci sono però delle insidie da non sottovalutare: in primo luogo, la parte obbligazionaria è rappresentata anche da obbligazioni che non hanno un rating eccelso (è il caso di Ford, che ha una «B» da S&P anche se scadenza ravvicinata, e Telefonica con «BBB+» ma con durata lunghissima) e non so se lei abbia scontato del tutto la limitata ma reale possibilità che questi emittenti finiscano in default. Inoltre, dal portafoglio obbligazionario non mancano scadenze molto lunghe (è il caso del BTp 2023) esposte a un elevato rischio tassi, quindi a marcate discese delle quotazioni in caso di aumento dei rendimenti di mercato (come è accaduto nelle ultime settimane).
Questi rischi possono rivelarsi particolarmente insidiosi per una persona come lei che non esclude la possibilità di dover disinvestire «senza perdite». Piuttosto che convivere con un orizzonte temporale incerto, faccia un piccolo sforzo mentale e cerchi di capire qual è la parte del suo portafoglio di attività finanziarie di circa 58mila € che le servirà con elevata probabilità da qui un anno, quale quella che occorrerà liquidare da qui a cinque anni, e così via. Così facendo, a ognuno di questi piccoli contenitori assocerà uno o più strumenti congruenti con l'orizzonte temporale che li caratterizza. Per esempio, nel contenitore a un anno dovrebbe usare soltanto strumenti molto liquidi (BoT, depositi ad alta remunerazione, e così via), in quello a cinque anni titoli di Stato a medio-lungo termine, obbligazioni societarie ordinarie e convertibili, in quello a dieci anni anche azioni.
Serve poi un approfondimento sulla sua propensione a investire in singoli titoli anziché in portafogli diversificati (gestiti attivamente e non), quali sono i fondi comuni e gli Etf. In effetti, mentre non c'è una rilevante differenza tra investire in un Etf che ha come sottostante titoli di Stato area euro e comprare BTp e CcT, è cosa ben diversa impiegare una parte dei suoi risparmi in azioni Enel anziché in un Etf azionario o in un fondo azionario ben gestito e a basso costo. Non perché Enel debba rendere meno di strumenti azionari diversificati (potrebbe benissimo accadere il contrario), quanto perché comprando azioni di una singola società, ancorché solida e redditizia, necessita di un processo logico di selezione (perché Enel e non Axa o Royal Dutch?) e della disponibilità a sostenere elevati costi informativi (ore da dedicare settimanalmente alla cura del suo portafoglio).
Quanto poi alle domande sull'uso di titoli inflation-linked o semplici BoT, valgono le considerazioni fatte altre volte in questa rubrica sull'illusione che l'incertezza sui mercati debba prima o poi finire, e quelle già ricordate in questa risposta sulla sua disponibilità a correre rischi di oscillazione dei prezzi dei titoli obbligazionari, ai quali non si sottraggono affatto quelli agganciati all'inflazione.

RISULTATI
0
0 VOTI
Stampa l'articoloInvia l'articolo | DiminuisciIngrandisci Condividi su: Facebook FacebookTwitter Twitter|Vota su OkNotizie OKNOtizie|Altri YahooLinkedInWikio

L'informazione del Sole 24 Ore sul tuo cellulare
Abbonati a
Inserisci qui il tuo numero
   
L'informazione del Sole 24 Ore nella tua e-mail
Inscriviti alla NEWSLETTER
Effettua il login o avvia la registrazione.
 
 
 
 
 
 
Cerca quotazione - Tempo Reale  
- Listino personale
- Portfolio
- Euribor
 
 
 
Oggi + Inviati + Visti + Votati
 

-Annunci-